“La malattia psicosomatica interviene quando il nostro livello psicologico è troppo poco evoluto, non ha la forza di esprimersi in termini simbolici, e va a colpire il livello più debole, quello corporeo. Può sembrare strano, ma effettivamente il male ci accusa, sempre”
Aldo Carotenuto
La gastrite, acuta o cronica, è un’infiammazione della mucosa gastrica. Può dipendere da diversi fattori come stress e batteri, ma anche da uno stile di vita scorretto. Tra i sintomi si riscontrano: bruciore di stomaco, crampi, eruttazioni, gonfiore, nausea, vomito, senso di stomaco pieno dopo i pasti, diminuzione dell’appetito.
La gastrite è una rogna! Ma parla di noi! Cosa vuole dirci?
Secondo la psicosomatica, la gastrite vuole metterci in allerta su aspetti che stiamo cercando di non guardare, osservare, capire e modificare!
Lo stomaco svolge la funzione digestiva. Quando digeriamo senza problemi, in visione simbolica, significa che riusciamo a “digerire” le esperienze di vita che incontriamo, riusciamo a mandar giù anche i “bocconi amari”, ovvero riusciamo a trovare le nostre risorse per affrontare le situazioni difficili o fastidiose, le digeriamo e le lasciamo andare, senza farcele rimanere nello stomaco.
Quando le situazioni di vita frustranti, difficili o dolorose si ripetono, il nostro corpo attraverso la gastrite ed i suoi sintomi ci indica che nella nostra vita c’è qualcosa che non riusciamo a digerire e che dobbiamo affrontare in maniera diversa!
Il bruciore della gastrite ci dice che siamo arrabbiati per qualcosa o con qualcuno, ma anziché rivolgere questa emozione verso l’esterno, la rivolgiamo verso noi stessi.
La nausea ed il vomito della gastrite ci dicono che vogliamo liberarci da emozioni dolorose ed inaccettabili. Non riusciamo ad elaborare, digerire e lasciare andare queste emozioni che, non venendo elaborate, tornano verso la gola e la cavità orale.
Il gonfiore della gastrite ci permette di riempire lo stomaco di qualcosa di inesistente, aria, nel tentativo di colmare una carenza emotiva e di autostima.
Emozioni, ansie, stress, rabbia che non abbiamo accettato, digerito possono manifestarsi come disturbi di natura psicosomatica.
Questi disturbi sono strettamente collegati con l’autostima del soggetto che, anziché affrontare e cercare di risolvere il problema digerendolo verso l’esterno, rifugge il problema tenendo tutto “dentro di sé”. Infatti chi soffre di questa patologia solitamente ha difficoltà ad esprimere contrarietà e rabbia ma, soprattutto, ha difficoltà a dire di no e ad autoaffermarsi.
Cosa possiamo fare?
Osservare cosa nella nostra vita non va, rifletterci ed essere consapevoli, non soltanto attraverso le parole, ma anche attraverso i fatti.
Cercare una valvola di sfogo, un modo per spegnere il bruciore che sentiamo dentro svolgendo attività che blocchino il rimuginare su certe situazioni. L’attività fisica potrebbe essere un modo per distogliere il pensiero, scaricare e liberare le emozioni trattenute.
La Psicoterapia è uno strumento utile per capire, ascoltare e dare voce al sintomo che, seppur rognoso, può essere un alleato che ci indica la strada verso la consapevolezza di ciò che non va per affrontarlo e cercare di cambiarlo al fine di rendere migliore la qualità della vita.
autore: Dott.ssa Giada Sottosanti
Psicologa Psicoterapeuta