“La forza mentale distingue i campioni dai quasi campioni”   Rafael Nadal

Per alcune persone lo sport è un lavoro, per altre una passione, per altre ancora è un modo per distrarsi o scaricare le tensioni. In ogni caso lo sport non è mai solo un gioco, è anche competizione, superamento dei propri limiti, rispetto delle regole, motivazione, impegno, luogo di sconfitta, di vittoria e di socializzazione. Consente di gestire lo stress, allenare la mente ed aumentare l’autostima.

L’allenamento fisico è molto importante, ma la prestazione massimale la si raggiunge quando mente e corpo sono coordinati e sono un tutt’uno.

Gli aspetti che determinano la forza mentale di un’atleta sono:

  • La motivazione. Dal latino “movere”, che significa “muovere”, indica un senso di movimento, un andare verso, che porta ad agire. Da essa deriverà l’impegno, la condotta e lo stile di vita dello sportivo.
  • La concentrazione. E’ lo stato mentale che permette allo sportivo di indirizzare e mantenere l’attenzione sugli aspetti più importanti della prestazione, nonché sul momento presente allo scopo di condizionarlo e gestirlo al meglio.
  • L’autoconvinzione. Ovvero, la completa fiducia di riuscire a raggiungere i propri obbiettivi.
  • La formulazione degli obbiettivi. Avere degli obiettivi, nello sport come in qualunque altro settore, è fondamentale. E’ utile scomporre i grandi obbiettivi in sub-obbiettivi a breve, medio e lungo termine. Essi non devono essere troppo semplici, perché si rimarrebbe sempre nella zona di confort e non si alzerebbe l’asticella della difficoltà, nello stesso tempo non devono neppure essere troppo difficili perché si correrebbe il rischio di uscirne sconfitti e questo andrebbe a creare emozioni di frustrazione, rabbia e tristezza che potrebbero portare poi a demotivazione e scarsa fiducia in sé stessi.
  • Creare un dialogo interno efficace, in quanto esso influenza in maniera positiva o negativa la nostra prestazione. E’ importante non focalizzarsi sul passato o sul futuro, sui punti deboli durante una gara o solamente sul risultato, ma concentrarsi sulla performance, ed infine non focalizzarsi sui fattori incontrollabili (quali le condizioni atmosferiche, le condizioni del campo o la bravura dell’avversario). Riconoscere la negatività dei pensieri per bloccarli e focalizzarsi invece, su quelli positivi, richiede impegno, tempo e costanza.
  • Gestire le emozioni. E’ importante cercare di essere alleati delle proprie emozioni, piuttosto che cercare di negarle, rimuoverle o ostacolarle. Per es. l’ansia, non va eliminata del tutto. Un adeguato livello d’ansia aiuta a rimanere concentrati, ad essere motivati nell’impegno e nel condurre uno stile di vita adeguato. Allo stesso modo una giusta dose di rabbia, potrebbe incrementare una certa “cattiveria agonistica” che produrrà energia, forza, concentrazione e grinta.

Ma alla base dello sport, la parola chiave è divertirsi. Molti atleti si sentono costretti a rispettare le aspettative proprie e degli altri, non si perdonano gli sbagli ed i limiti e vogliono a tutti i costi essere “perfetti”. Quando si fa dipendere il proprio valore come persona  dalla vittoria o dalla sconfitta, difficilmente ci si potrà divertire, perché la posta in gioco sarà troppo alta.

Per concludere, attraverso l’allenamento mentale, l’atleta può intraprendere un percorso di conoscenza di sé stesso, maturare una maggiore consapevolezza delle proprie risorse, migliorare il proprio livello di autostima e comprendere come mente e corpo interagiscano per una piena realizzazione delle proprie potenzialità.

autore: Dott.ssa Giada Sottosanti
Psicologa e Preparatore Mentale di primo grado per il tennis